Il vocabolario dei diritti

IL VOCABOLARIO DEI DIRITTI

Le parole danno forma alle cose e sostanza ai pensieri. Per questo le definizioni sono importanti: richiedono esercizio intellettuale che  allena la mente e offrono uno strumento fondamentale nel percorso di comprensione.  Per conoscere qualcosa bisogna, primo, saperlo descrivere e delinearne i confini. Con il Vocabolario dei Diritti Time4child inizia una serie di pubblicazioni dedicate a insegnanti e studenti che affrontano i temi più importanti per la società dell’oggi e del domani. Il nostro intento non è dare delle definizioni già pronte, ma stimolare la riflessione in classe e in famiglia, affinché tutti e tutte possano creare le proprie definizioni nelle quali credere e investire per il futuro.

SALUTE DI GENERE

“Assicurare la salute e il benessere per tutti e tutte le età”. Dice così il terzo obiettivo dell’Agenda 2030 dell’ONU. Il diritto alla salute è sancito nell’art. 32 della Carta Costituzionale dove si sottolinea che la “tutela” di questo bene fisico, mentale e sociale è interesse del singolo ma anche della collettività. La strada per il raggiungimento di un’assistenza sanitaria universale che contempli le differenze di genere, età, abitudini ed esigenze personali è ancora lunga ma da questo percorso di crescita è nata, nel 2018, la Medicina di Genere, basata sulla consapevolezza delle differenze tra uomo e donna in termini di salute. L’OMS definisce Medicina di Genere “lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona”.

ISTRUZIONE DI BASE

Nelson Mandela sosteneva che “L’istruzione è un’arma potente per cambiare il mondo”. Il quarto obiettivo dell’Agenda 2030 è proprio il diritto allo studio, sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU. L’istruzione è fondamentale per lo sviluppo della personalità individuale e per garantire il rispetto delle libertà fondamentali, eppure sono ancora tanti i Paesi del mondo in cui l’accesso all’educazione di base non è garantito. 63 milioni di bambini, concentrati soprattutto tra Africa subsahariana e Asia meridionale non vi hanno accesso. L’istruzione di base ha l’obiettivo di insegnare abilità e conoscenze oltre a garantire una base di uguaglianza di istruzione per tutti, fondamentale per esercitare i propri diritti e inserirsi nella società. Eppure nel mondo ci sono ancora 103 milioni di giovani che non possiedono capacità di base di lettura e scrittura, di cui oltre il 60% donne.

PRIVACY

I figli sono un termometro efficace per capire se i genitori stanno indirizzando bene il loro lavoro. Comportamenti come ansia, aggressività, comportamenti antisociali, rifiuto delle regole, frequenti sintomi fisici, oppositività, improvviso calo del rendimento scolastico, scarsa fiducia in se stessi sono segnali che devono portare il genitore ad interrogarsi su quello che non va in famiglia. Ma c’è una regola molto importante che si dovrebbe sempre seguire: il genitore che sta bene interiormente, che si accorge dei problemi che sta vivendo e cerca di affrontarli è un genitore che crea un clima sereno, di alleanza e complicità in cui i figli stanno bene, anche se la famiglia deve affrontare periodi critici. Per mantenere un clima sereno e di fiducia reciproca è indispensabile che la famiglia si senta una squadra in cui tutti i componenti hanno compiti specifici e si vince insieme. Per funzionare una squadra si riunisce costantemente e parla…di tutto. Le manifestazioni di malessere cambiano con le età. Se un bambino piccolo é molto iperattivo, ha frequenti momenti di collera o di aggressività, esprime paura o ha difficoltà ad affrontare le normali tappe della crescita è necessario chiedersi cosa non va. Se il bambino non è sereno, vuol dire che il clima familiare non è sereno. L’aggressività e la rabbia sono sintomi anche nelle gang giovanili: casi recenti ci devono portare a chiederci: ma che genitori hanno questi ragazzi? Se i bambini crescono in un clima familiare dove si parla, dove si sentono compresi, anche la preadolescenza e l’adolescenza pur pesanti, diventano gestibili. Questo non significa incolpare i genitori, ma ribadire che non si nasce genitori. Tutti devono imparare. E tutti devono imparare a conoscersi, ricostruire il loro passato familiare e affettivo, essere sereni interiormente per essere buoni genitori. Tanto più oggi, dove non c’è più un protocollo prestabilito e i genitori sono pionieri che esplorano come poter essere genitori in una nuova epoca. La parola e l’espressione delle emozioni profonde; il rispetto dei genitori e delle regole da parte dei figli e il rispetto dei figli da parte dei genitori: ecco alcuni pilastri sui quali erigere un nuovo modello di genitorialità.

UGUAGLIANZA

“Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. È questo il cuore dell’art.3 della Costituzione eppure “l’uguaglianza” è difficile da conquistare Sappiamo bene che ognuno di noi ha delle differenti condizioni di partenza che nascono dal contesto sociale, dai talenti, dalle inclinazioni e stili di vita nonché dalle differenti aspettative sul futuro. Ad ognuno di noi deve essere, ciononostante, possibile esistere per la persona che è, con la propria dignità di essere umano, originale e creativo, con la responsabilità di vivere in una società civile. Su queste basi bisognerebbe tendere ad eliminare ogni discriminazione, dalla razza all’orientamento sessuale, dal ceto sociale alla disabilità, solo per citarne alcune. Per non parlare delle sottese, ma sempre presenti, discriminazioni di genere. Nel mondo occidentale e democratico la discriminazione esiste ed è un buco nel cuore, perché crea distanza là dove dovrebbe esserci vicinanza. Solo quando sarà del tutto eliminata, in ogni sua forma, si realizzerà appieno l’uguaglianza.

ESPRESSIONE

Uno dei diritti primari degli Stati democratici è la libertà di espressione e di coscienza, sancita nel 1948 nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Si tratta di un diritto legato strettamente all’identità politica, religiosa e culturale del singolo, e nasce dal bisogno individuale di esprimere liberamente il proprio pensiero. Nel report annuale “Freedom in the World” pubblicato a Washington, viene stilata una graduatoria a punti sui diritti civili nei diversi stati del pianeta facendo una ripartizione tra Paesi liberi, parzialmente liberi e non liberi. Da questo emerge un divario tra paesi in cui la libertà di espressione è diventata utopia e paesi in cui è difficile contenerla. Non esiste una regola universale per la libertà di espressione: ogni Stato la applica in base al proprio regime politico e alla propria identità sociale e culturale. Ma nel nome della civile convivenza, può un diritto basilare come la libertà di espressione essere circoscritto?

LAVORO

“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Il primo articolo della nostra Costituzione riconosce nel diritto e nel dovere del lavoro uno dei principi fondamentali che reggono il Paese, perché restituisce quella “dignità umana” che la nostra Carta Fondamentale vuole proteggere. Come rendere effettivo questo diritto viene stabilito poi nell’articolo 4, che stabilisce l’impegno della Repubblica nel promuovere le condizioni per renderlo effettivo. Attraverso il lavoro ognuno di noi può realizzare sé stesso ma anche una società più paritaria: per questo è importante difendere questo diritto e sostenere quelle categorie che, nella realtà dei fatti, a volte vengono ostacolate. Parità salariale, lotte sindacali, riposo retribuito, protezione sociale sono gli orizzonti nei quali il diritto al lavoro viene rispettato o disatteso.

AUTODETERMINAZIONE

Cosa significa autodeterminarsi? Significa prendere decisioni in merito alla propria vita e alla sua qualità, liberi da interferenze e influenze esterne. Significa capire chi si è, e difendere la propria identità. Ed è anche quello che viene sancito dal diritto di autodeterminazione, affermato nella Carta Atlantica e nella Carta delle Nazioni Unite: ogni popolo ha infatti il diritto di autodeterminarsi, scegliendo liberamente il proprio sistema di governo (autodeterminazione interna) e scegliendo di essere libero da ogni dominazione esterna, in particolare dal dominio coloniale (autodeterminazione esterna). L’autodeterminazione è quindi un principio fondamentale sia per il singolo che per la collettività.

LIBERTÀ

La libertà è un valore imprescindibile dell’esistenza: ogni persona deve essere libera di vivere la propria identità, le proprie aspirazioni e i propri sogni, di poter viaggiare e spostarsi. Ma non si tratta di un “lasciapassare” per qualsiasi cosa: la libertà di ognuno di noi finisce dove inizia quella degli altri. È questo il principio su cui si reggono le società democratiche. Questo valore ha anche una sua traduzione legislativa: il diritto alla libertà è sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dove si legge che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

AMBIENTE

La vita in un ambiente pulito e sano è un diritto fondamentale riconosciuto, nell’ottobre 2021, dal Consiglio per i diritti umani delle nazioni unite. La proposta avanzata da Costa Rica, Maldive, Marocco, Slovenia e Svizzera, è stato approvata con 43 voti favorevoli. Ad astenersi sono stati Russia, India, Cina e Giappone. Si tratta di una “svolta storica” che riconosce un’urgenza ormai esasperata: basti pensare che, secondo l’Oms, il 24,3% dei decessi in tutto il mondo sia dovuto all’inquinamento atmosferico e all’esposizione a sostanze chimiche. Il diritto ad un ambiente sano, pulito e sostenibile è strettamente collegato con il diritto alla vita, perché proteggere i sistemi ecologici significa difendere la salute dell’intera umanità.

CIBO

Ogni essere umano ha il diritto di accedere a cibo che sia: disponibile in quantità sufficiente, adeguato dal punto di vista sia nutrizionale che culturale, accessibile fisicamente ed economicamente. Questo diritto, a cui ogni cittadino del mondo deve poter accedere senza alcuna discriminazione o limitazione, è stato riconosciuto come uno dei diritti umani universali. Sebbene sia nato all’indomani del Secondo Conflitto Mondiale, è oggi più attuale che mai: l’aumento demografico, l’ampliarsi della forbice che separa i paesi ricchi da quelli in via di sviluppo, il cambiamento climatico e la recente crisi del grano ucraino dimostrano quanto sia fragile l’equilibrio alimentare, rendendo questo diritto tra i principi base di un futuro migliore, equo e paritario. Basti pensare che circa 795 milioni di persone nel mondo (ovvero una persona su nove) sono denutrite.

DONNE D’IN…CANTO

Intervista a Alessandra Foroncelli Nicolao. Uno spettacolo teatrale nato dalla scuola nella quale le protagoniste sono donne che, impersonando se stesse, rivelano delle sconosciute a lungo celate.

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DONNE D’IN…CANTO

Uno spettacolo teatrale nato dalla scuola nella quale le protagoniste sono donne che, impersonando se stesse, rivelano delle sconosciute a lungo celate. Uno spettacolo di liberazione di donne vere davanti agli occhi di chi le conosce come madri, mogli e amiche.

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Imparare ad essere genitori

A cura della Dottoressa Maria Raffaella Rossin, già Responsabile Nucleo Operativo di Alcologia (NOA) Perini e, ora, collaboratrice volontaria presso il Servizio di Psicologia Evolutiva della Casa Pediatrica dell’ASST Fatebenefratelli – Sacco di Milano

I genitori hanno un bisogno enorme di informazioni sul proprio funzionamento psicologico e su quello dei loro figli. Purtroppo una serie di tabù e luoghi comuni rappresentano una barriera alla serenità con cui padri e madri potrebbero fare scelte più adeguate per accompagnare i ragazzi nelle tappe evolutive.

Prima cosa: I genitori migliori sono quelli che sbagliano, che sanno chiedere scusa, che hanno dubbi, che hanno cura di sé e della propria interiorità e che, in questo percorso di crescita personale, continuano a farsi rispettare e fanno rispettare le regole che servono ad organizzare la vita quotidiana della famiglia. I genitori che si sentono inadeguati, pieni di ansie e i genitori che non nutrono dubbi sono genitori che hanno le stesse fragilità, ma maschere diverse.

I genitori di oggi sono pionieri: quello che una volta era un ruolo con argini ben visibili oggi è una pianura con pochi punti di riferimento. Non si deve avere paura di non conoscere la strada perché la strada va tracciata ex-novo.

Secondo: quando si decide di diventare genitori, oltre a rivolgersi al pediatra è opportuno scegliere uno psicologo/psicoterapeuta che possa, almeno una volta all’anno, supportare i genitori nel percorso di crescita dei figli. Andare dallo psicoterapeuta non significa “avere dei problemi”. Significa impedire che gli eventuali problemi diventino gravi e, in generale, cogliere spunti e idee che permettano di vivere meglio.

Andare dallo psicoterapeuta è una ‘tappa’ normale del proprio star bene e della cura del sé, come andare dal dentista, dall’oculista, fare gli esami del sangue o fare movimento durante la settimana. In Italia la maggior parte delle persone non pensa valga la pena di conoscersi, di riflettere sul proprio legame con i familiari, di ragionare sul proprio comportamento di coppia e con i figli. Ma questi sono passaggi importanti dello star bene e c’è una cosa che tutti i genitori dovrebbero sapere:

Se i genitori stanno bene con loro stessi, anche la famiglia sta bene. Se i figli hanno problemi comportamentali, le radici del problema sono nei genitori perché crescono con loro. Quindi: COME DIVENTARE GENITORI CAPACI 

COME IMPARARE A PARLARE AI FIGLI

Abbiamo detto che il benessere del genitore è il benessere della famiglia.

Ci sono tre componenti essenziali nel rapporto con i figli e le figlie:

  • osservare
  • ascoltare
  • accettare

Bisogna capire qual è “l’impasto del bambino/a”, quali sono le sue caratteristiche, talenti e inclinazioni. E non cercare di cambiarli per farli diventare i figli che i genitori desiderano.

Questo non vuol dire essere ‘permissivi’: il rispetto per i genitori e le regole non sono in discussione.

Ma cercare di plasmare il figlio (spesso a propria immagine e somiglianza) è il primo errore pedagogico. In questo caso i figli e le figlie percepiscono che, in loro, c’è qualcosa che delude il genitore e ne ricavano una sensazione di inadeguatezza.

I genitori migliori, alla fine, sono quelli che non permettono alle loro aspettative di prendere il sopravvento e lasciano a bambini e adolescenti la libertà di esprimere la propria natura. “Io mi aspettavo che”… è la frase che ci fa intendere che stiamo già sbagliando strada.

Anche mentire o nascondere i propri sentimenti è inutile e dannoso. I figli percepiscono le emozioni dei genitori oltre la maschera e ne risentono. Non sempre crescere i figli è facile (anzi, non lo è mai), non sempre la scelta di farli è stata presa in totale libertà o senza pressioni culturali o familiari; a volte i figli non sono voluti o non sono quello che un genitore (appunto) si aspettava. Anche questi sono sentimenti ‘normali’; nasconderli è inutile e, se non vengono affrontati, i figli li portano con sé come dolorose cicatrici interiori che si ripercuotono sulla loro vita e sul loro futuro ruolo di genitori. Ecco un’altra ragione del perché…

TUTTI I GENITORI DEVONO ANDARE DALLO PSICOTERAPEUTA

Quando si diventa genitori lo psicoterapeuta è un compagno di viaggio con cui confrontarsi occasionalmente, facendo una chiacchierata anche solo per trarne uno spunto utile a farci vivere meglio in famiglia o con noi stessi.

Si sceglie come il medico di famiglia, cercando quello con il quale ci troviamo a nostro agio.

Basta incontrarsi una volta all’anno per dire come si sta, per capire se c’è qualcosa che non funziona. Se il terapeuta è persona capace basta un confronto per dare degli spunti giusti, per migliorare la dinamica familiare con un buon consiglio, per riconoscere dinamiche dannose e intervenire prima che si manifesti un problema.

“Santo cielo, un tempo non c’era bisogno dello psicoterapeuta” si sente dire. Falso: c’era, ma non ci si andava. I problemi ci sono stati sempre, solo che non venivano riconosciuti.

Vero è, però, che il vecchio modello genitoriale basato su regole rigide, su genitori distanti e poco affettuosi, su regole differenti tra figli maschi e figlie femmine, su obbedienza e assenza di ascolto è stato superato senza che se ne sia ancora affermato un altro perché in questi ultimi sessant’anni si sono consolidate le conoscenze sui bisogni del bambino ma il ruolo del padre e della madre sono ancora in cambiamento.

Un tempo c’era una strada ben definita per essere genitori. Adesso bisogna tracciarne una nuova fatta di comportamenti che mettono in gioco i genitori che, a loro volta, stanno continuamente evolvendo nel loro ruolo di donne e uomini nuovi.

Una ragione in più per non aver paura dei propri dubbi e del proprio spaesamento, parlarne, confrontarsi e chiedere aiuto.

Un luogo comune da sfatare è che un genitore che dimostra incertezza sia un genitore debole. È vero il contrario: un genitore che dimostra di sapere migliorare, insegna ai propri figli l’arte di crescere come persone.

C’è solo una linea rossa che non va MAI superata, per il bene dei figli: il genitore non deve accettare mancanze di rispetto o permettere che le regole concordate vengano infrante.

Tutto il resto: dubbi, scuse, parole rendono la famiglia più forte.

Ecco perché rivolgersi ad uno psicoterapeuta dell’età evolutiva è sempre una buona idea. Anche se non ci sono problemi può fornire degli spunti di riflessione interessanti per affrontare in modo corretto le situazioni e migliorare la capacità di parlarsi ed aiutarsi. 

C’È UN CONFLITTO TRA ESSERE COPPIA ED ESSERE GENITORI?

Questo argomento è molto complesso. Ragionevolmente si potrebbe dire che le coppie, quando diventano genitori hanno, comunque, bisogno di salvaguardare dei propri spazi individuali in cui parlare, ritrovarsi, corteggiarsi, anche innamorarsi di nuovo. Ma questo bisogno è sentito da pochissime persone. Quando una coppia si unisce per “fare famiglia”, tende a non sentire il bisogno di mantenere vivo il rapporto senza i figli. Questa modalità è legata al “patto di coppia” che i coniugi hanno fatto quando si sono uniti. Il problema, in questi casi, può porsi più di frequente quando i figli se ne vanno: i genitori che hanno dedicato la vita a creare famiglie solide e amorevoli, spesso con successo, si ritrovano da soli e non si riconoscono.

Ci sono coppie che fanno figli per rispettare un percepito dovere sociale o familiare, ma rimangono gelose dell’intimità e del rapporto a due. Non è un sentimento che va nascosto e del quale vergognarsi, ma bisogna esserne coscienti perché, comunque, i figli percepiscono la coppia dei genitori come un’entità che si basta e possono sentirsi incapaci di essere coinvolti dal loro affetto risentendone per tutta la vita. (un altro ottimo motivo per farsi accompagnare da uno psicoterapeuta).

Infine ci sono le coppie nelle quali l’essere genitori e l’essere coppia si bilanciano in maniera armonica. Sono caratterizzate da persone con buon equilibrio interiore, che sanno confrontarsi e lavorare con se stessi. Che istintivamente sono in grado di bilanciare il tempo da dedicare ai figli con il tempo da vivere come coppia per continuare ad alimentare le affinità che li hanno fatti scegliere.

Sarebbe sempre utile che i genitori si ritagliassero degli spazi di coppia per affrontare meglio le fasi della vita familiare che ha bisogno di buoni genitori, ma anche di coppie solide, che sanno parlare, confrontarsi e risolvere, senza litigare, i problemi personali.


COME ESSERE VICINI AI FIGLI SENZA SOFFOCARLI 

Soffocare i figli non vuol dire sommergerli con la propria personalità o fargli fare quello che vogliamo. Al contrario, significa trasmettere loro le nostre debolezze. “Soffocare” i figli significa essere genitori molto fragili, insicuri, pieni di paure. Sicuramente le incertezze dei genitori e le loro ansie non aiutano i ragazzi, e li costringono a fare, spesso, scelte disfunzionali. Ad esempio, sentirsi, a propria volta, sempre insicuri; tristi per non riuscire a soddisfare un genitore ansioso o molto esigente; incapaci di aiutare il padre o la madre a non avere paura o, addirittura, sostituirsi al genitore mancante assumendo il ruolo di vice-marito o vice-moglie. Per evitare questi comportamenti i genitori devono farsi aiutare cercando di capire, ad esempio, perché sono così preoccupati; perché non danno fiducia ai figli; analizzando quali situazioni li fanno agire in modo soffocante. Senza un interlocutore esterno questa visione di se stessi non è possibile; ecco perché è necessario vedere il terapeuta come un aiuto anche temporaneo o periodico con cui costruire un percorso di confronto, per leggere correttamente le situazioni che via via la famiglia presenta.

Anche un genitore molto sicuro, senza dubbi, è un genitore fragile che assume una maschera diversa; è un genitore che ha addosso un’armatura medioevale che gli consente di difendersi dal mondo esterno credendo di apparire sicuro perché le persone vedono la sua armatura e non lui.

Ancora una volta vale la pena di ripeterlo: un genitore che funziona è un genitore che ha dubbi, che chiede scusa quando è opportuno, che ama prendersi cura di sé e capire le sue dinamiche interne, pur senza rinunciare mai al rispetto che gli è dovuto (per il bene stesso del bambino) e al rispetto delle regole familiari che dovrebbe concordare con i figli, fin da quando sono piccoli.

QUALI SONO I SEGNALI DI ALLARME CHE UN GENITORE DEVE COGLIERE?

I figli sono un termometro efficace per capire se i genitori stanno indirizzando bene il loro lavoro.

Comportamenti come ansia, aggressività, comportamenti antisociali, rifiuto delle regole, frequenti sintomi fisici, oppositività, improvviso calo del rendimento scolastico, scarsa fiducia in se stessi sono segnali che devono portare il genitore ad interrogarsi su quello che non va in famiglia. Ma c’è una regola molto importante che si dovrebbe sempre seguire: il genitore che sta bene interiormente, che si accorge dei problemi che sta vivendo e cerca di affrontarli è un genitore che crea un clima sereno, di alleanza e complicità in cui i figli stanno bene, anche se la famiglia deve affrontare periodi critici. Per mantenere un clima sereno e di fiducia reciproca è indispensabile che la famiglia si senta una squadra in cui tutti i componenti hanno compiti specifici e si vince insieme. Per funzionare una squadra si riunisce costantemente e parla…di tutto.

Le manifestazioni di malessere cambiano con le età.

Se un bambino piccolo é molto iperattivo, ha frequenti momenti di collera o di aggressività, esprime paura o ha difficoltà ad affrontare le normali tappe della crescita è necessario chiedersi cosa non va. Se il bambino non è sereno, vuol dire che il clima familiare non è sereno. L’aggressività e la rabbia sono sintomi anche nelle gang giovanili: casi recenti ci devono portare a chiederci: ma che genitori hanno questi ragazzi? Se i bambini crescono in un clima familiare dove si parla, dove si sentono compresi, anche la preadolescenza e l’adolescenza pur pesanti, diventano gestibili.

Questo non significa incolpare i genitori, ma ribadire che non si nasce genitori. Tutti devono imparare. E tutti devono imparare a conoscersi, ricostruire il loro passato familiare e affettivo, essere sereni interiormente per essere buoni genitori.

Tanto più oggi, dove non c’è più un protocollo prestabilito e i genitori sono pionieri che esplorano come poter essere genitori in una nuova epoca.

La parola e l’espressione delle emozioni profonde; il rispetto dei genitori e delle regole da parte dei figli e il rispetto dei figli da parte dei genitori: ecco alcuni pilastri sui quali erigere un nuovo modello di genitorialità.