L’influenza benefica della musica nella crescita dei più piccoli
La musica come linguaggio universale di esplorazione personale, un mezzo per crescere e attivare la propria sensorialità per diventare grandi in armonia
Nella frenesia della vita moderna, in cui schermi luminosi e distrazioni abbondano, c’è un mezzo potente che può plasmare e arricchire le menti dei più giovani: la musica.
Da secoli, la musica ha cullato le orecchie dei bambini intrecciandosi nella trama della loro crescita con note di ispirazione, creatività e benessere.
Quando i più piccoli si avventurano nel panorama della musica, il loro mondo si apre a un universo di esperienze sensoriali straordinarie. Muovere i primi passi in questo regno sonoro non è solo un passatempo, ma una preziosa chiave che affina le capacità di ascoltare, vedere, sentire e muoversi, plasmando in modo tangibile la loro percezione sensoriale. Un viaggio straordinario che, al di là delle note e delle melodie, è intrinsecamente legato allo sviluppo armonioso della mente e dell’anima infantile.
Andrea De Carlo, esperto musicista, direttore d’orchestra e insegnante di musica, ci accompagna in un viaggio esplorativo nell’universo melodioso della musica, mezzo indispensabile per entrare in contatto con sé stessi e gli altri, a tutte le età.
- La musica come linguaggio universale: cosa ne pensa di questo assunto?
Penso che la musica sia il linguaggio universale per eccellenza. La lingua parlata e scritta ha bisogno di un processo di razionalizzazione, dietro ogni conversazione c’è sempre una convenzione sul significato delle parole, sul vocabolario, la sintassi, senza il quale non potremmo dialogare. Dobbiamo essere d’accordo su regole precise per comprenderci. Nella musica non è così, non c’è bisogno di una condivisione a priori, è universale perché fisica dei suoni, tutti la comprendono anche se parlano lingue diverse. È un qualcosa di estremamente inconscio, fa parte del nostro essere, e per questo arriva a tutti indipendentemente dalla contestualizzazione culturale.
- La musica ha quindi un carattere innato, non può essere “insegnata”. Secondo lei, che impatto può avere la musica nella vita di un bambino?
Quando nasciamo siamo puro istinto. Con il passare del tempo ci affidiamo anche alla ragione per entrare in contatto con il mondo che ci circonda. La musica è ciò che è più vicino alla mente di un bambino: veicola tantissime informazioni in maniera profonda svincolata da qualsiasi razionalità. Esporre un bambino alla musica può avere delle conseguenze estremamente importanti e positive soprattutto per quanto concerne il suo sviluppo cognitivo. Insegnando in conservatorio, però, posso dire con certezza che la musica ha effetti positivi sulla cognizione di chiunque, indipendentemente dall’età.
- Suonare uno strumento. Quali possono essere i vantaggi per la crescita?
Sono tantissimi, perché nel momento in cui studiamo uno strumento entra in gioco un aspetto diverso, comincia il dialogo tra la parte inconscia e quella razionale del nostro cervello, tra la nostra motricità e le nostre emozioni, che è in fondo l’inizio di qualsiasi comunicazione. Basti pensare che da bambini per farci comprendere emettiamo suoni e gesticoliamo. C’è un intero universo emotivo governato dalla gestualità. E’ importante che la scoperta di un linguaggio musicale si basi sull’imitazione, come quando impariamo a parlare. L’imprinting con la musica e gli strumenti deve avvenire in maniera naturale, in modo che il bambino impari e allo stesso sviluppi le sue capacità.
- È più facile imparare a suonare uno strumento da bambini o da adulti?
Questa è una bellissima domanda, e vorrei sfatare il mito che la musica si può imparare solo da piccoli. Insegno da quasi vent’anni anche a persone molto grandi. Ovviamente ci può essere qualche difficoltà in più, non necessariamente dovuta all’età quanto alla storia personale di ognuno. La musica si può apprendere sempre, come impariamo ogni giorno a fare cose complicate senza accorgercene. Se l’insegnamento è giusto, imparare a suonare uno strumento da “grandi” può essere gratificante, e ci aiuta a rimanere giovani.
- Ascoltare musica in famiglia: quali sono i suoi suggerimenti?
Ascoltare la musica in famiglia è un processo fondamentale, perché è il primo ambiente in cui il bambino si interfaccia con gli altri. I suoni che lo circondano sono importantissimi per lo sviluppo della sua affettività ed emotività. Il mio suggerimento è di far ascoltare diversi tipi di musica, senza focalizzarsi solo su un genere. In questo modo si dà la possibilità al bambino di scoprire e iniziare a formare il proprio gusto. Inoltre, il dialogo musicale creerà una condivisione su un livello fortemente emotivo, stimolando l’affettività e la comunicazione nell’ambito familiare.