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La gentilezza è un atto di coraggio

Il potere delle storie positive è troppo spesso sottovalutato. Raccontare la gentilezza è il primo passo per rendere il mondo un posto migliore

Vi siete mai soffermati a pensare a ciò che vedete ogni giorno?

Può sembrare una domanda banale, ma non lo è. Quello che vediamo con i nostri occhi può condizionare enormemente la nostra persona.

Siamo partecipi della realtà guardandola e ammirandola, alcune volte anche studiandola; una realtà che si presenta sì offline, ma anche e soprattutto, online: un mondo parallelo e altrettanto vero, i social.

Concentriamoci, adesso, su quello che effettivamente osserviamo: disastri ambientali, guerre, economia allo sbando, catastrofi e incidenti di vario genere.

Una palese concentrazione dell’attenzione su temi negativi, che non fanno altro che peggiorare situazioni di precarietà emotiva. Nulla di positivo che possa farci sperare in un futuro migliore.

 “Stiamo cadendo nel fascino del drammatico, stiamo inavvertitamente alimentando una visione del mondo avvelenata” così parla il giornalista inglese del The Guardian, Chris Anderson.

Non c’è da stupirsi se tutti noi, ma soprattutto i giovani si sentano male. Il mondo è cattivo, è vero, e lo diventa ogni giorno sempre di più, ma ammirarlo solo nei suoi aspetti negativi non porta a nessun giovamento interiore.

Cambiamo prospettiva.

Ammiriamo, anche, gli atti di gentilezza.

La generosità e la nostra risposta ad essa può essere la chiave di volta per un miglioramento collettivo.

Atti di gentilezza avvengono in tutto il mondo, continuamente, ogni giorno, ma non siamo allenati a vederli, per questo dobbiamo cominciare a raccontarli con lo stesso fervore con cui parliamo, scriviamo e leggiamo di notizie negative.

Come possono i racconti “gentili” eclissare narrazioni di paura, divisione e violenza?

Secondo Anderson dobbiamo focalizzarci su tre elementi: l’emozione, il coraggio e la creatività.

Le storie positive devono scaturire emozioni in chi le legge o le ascolta. Solo con l’emotività si empatizza veramente con l’oggetto della narrazione e lo si interiorizza. Il sentirsi coinvolti in prima persona è un sentimento grande e potente che può muovere lo spirito della collettività.

Si parla anche di coraggio. No, non grandi gesta epiche, ma piccoli atti quotidiani che possono portare al cambiamento e alla comprensione. Prendiamo il caso del content creator Dylan Marron, famoso per la pubblicazione di video orientati alla giustizia sociale. Con l’aumento dei follower si è dovuto scontrare con commenti cattivi di perfetti sconosciuti che lo vessavano ogni giorno. Marron, però, ha, però, avuto il coraggio di sviluppare un meccanismo di coping positivo: ha mandato un messaggio ad alcuni dei suoi haters ed è stato in grado di intraprendere con loro una comunicazione positiva che ha portato alla nascita di legami sinceri.

Arriviamo alla creatività. In un mondo pieno di continui input, per farsi notare è fondamentale attivare la curiosità nelle folle e questo è possibile solo attraverso messaggi e contenuti che siano accattivanti. Un esempio? Un gruppo di giovani amici residenti in Giappone si è sentito frustrato dall’eccessiva presenza di rifiuti che deturpavano le strade di Tokyo. Piuttosto che limitarsi a intervenire in modo ordinario, hanno optato per un approccio che attirasse l’attenzione. Indossando abiti da samurai e sfruttando le loro abilità teatrali, hanno creativamente raccolto i rifiuti con gesti drammatici ed eleganti, impiegando pinze per afferrare le bottiglie abbandonate e trasferendo poi tutto nei cestini posti sulle loro schiene.

Viviamo in un momento incredibile della storia del mondo: ogni messaggio che lanciamo può essere amplificato esponenzialmente.

È l’effetto farfalla della comunicazione social. Un piccolo gesto gentile raccontato oggi potrebbe ispirare altre persone nel mondo, creando un movimento di empatia e coesione.

Un battito d’ali che potrebbe spazzare via la negatività.

Cominciamo a scrivere e a raccontarci ciò che di bello accade nel mondo. Aiutiamo i giovani a focalizzarsi sugli avvenimenti positivi che possono accadere entrando in relazione gentilmente con gli altri.

Sproniamoli a diventare farfalle.