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Da dove originano i DCA e quali sono le cause scatenanti

A cura di Junia Finelli, Laureanda in Psicologia

Di cosa parliamo quando nominiamo i disturbi del comportamento alimentare? Si tratta di una macrofamiglia costituita da un insieme di malattie la cui principale caratteristica è quella di esprimere il disagio psichico aggredendo il proprio corpo. Questi sono caratterizzati da un’alterazione persistente della condotta alimentare e da comportamenti finalizzati a controllare il peso e le forme corporee. A queste modificazioni si associa anche una visione distorta della propria immagine corporea, una frequente negazione del disturbo e una marcata resistenza alle cure.

L’anoressia e la bulimia costituiscono gli esempi più classici e noti di disturbi alimentari e per lungo tempo sono stati ritenuti tipici e quasi esclusivi del genere femminile. Secondo indagini svolte nel 2008 (Zerbe) infatti, il 90% di casi di anoressia nervosa riguarda soggetti di sesso femminile. 

Tuttavia, anche gli uomini possono rappresentare nel corso della loro vita la sintomatologia del disturbo alimentare fino a sviluppare il disturbo stesso. Gli uomini raramente lamentano l’aumento di peso o di taglia dei propri vestiti, piuttosto esprimono preoccupazione per la struttura e la forma del proprio corpo, un desiderio di perdere la “flaccidità” e di raggiungere una più classica definizione maschile di massa muscolare.

In particolare, l’anoressia nervosa si caratterizza per il rifiuto del paziente del cibo, accompagnato da una ossessiva paura di ingrassare, un rifiuto di ammettere la gravità delle proprie condizioni fisiologiche, una costante insoddisfazione del proprio aspetto – spesso a loro volta sintomi di disturbi profondi come ansia, depressione, compensazione di eventi traumatici . Chi ne soffre è visivamente sottopeso, a differenza di chi soffre di bulimia nervosa che invece appare in normopeso, o comunque senza variazioni evidenti come nell’anoressia, o in leggero sovrappeso. La bulimia infatti è caratterizzata da una voracità patologica ed eccessiva, a cui seguono comportamenti compensatori inappropriati, dal digiuno all’intensa attività fisica, o addirittura arrivare a condotte di eliminazione, tramite vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.

Spesso il disturbo alimentare insorge in età prepubere come copertura dei conflitti associati allo sviluppo adolescenziale, quali ad esempio problematiche legate all’autostima, all’identità sessuale e all’indipendenza. Durante l’adolescenza la presenza di numerose conflittualità incentrate attorno al corpo, il sintomo anoressico diventa il possibile sfogo delle più diverse psicopatologie. Le ragazze adolescenti sono infatti spesso preoccupate per la modifica del loro aspetto fisico, dovuto all’aumento della quantità di adipe causata dal nuovo assetto ormonale. Ma il cambiamento ha un valore anche biologico, in termini evolutivi, e sociale, oltre che riproduttivo. Al contrario i maschi sono maggiormente preoccupati dalla mancanza di un’adeguata massa muscolare, che a sua volta si collega ad un significato in termini di potenza, mascolinità e dominanza.

Tra i fattori scatenanti l’anoressia nervosa potrebbe esserci la rapidità con cui si entra nel periodo adolescenziale, sul quale si vanno ad aggiungere anche modelli estetico-culturali confusivi. Le problematiche di autostima, di insoddisfazione per il corpo e di adattamento, possono essere esacerbate non solo dalla pubertà in sé ma dal momento in cui viene raggiunta.

Non è da trascurare che nell’anoressia è frequente il riscontro di problematiche legate anche alla sfera sessuale. È consueto infatti che i medici indaghino le questioni relative alla sessualità e all’identità di genere nei pazienti con disturbi alimentari, per sviluppare misure di prevenzione più efficaci e migliori strategie per l’intervento terapeutico.