Droga in adolescenza. Le 4 cose importanti da sapere

Il 26 giugno è la Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico di droga. Istituita dall’Onu nel 1987, ha tra i suoi scopi il rafforzamento della cultura che argina e ripara al consumo di sostanze stupefacenti e di alcol.

Le droghe fanno più male durante l’età dello sviluppo.

Nel periodo adolescenziale possono insorgere esigenze che non sempre riescono a essere soddisfatte. Il bisogno di comunicare, la necessità di dare un’immagine di sé positiva, la ricerca stessa del piacere o la necessità di estraniarsi dalla realtà. Droghe o alcol danno l’illusione di raggiungere gli obiettivi evidenziati. Ma per quanto tempo? E, soprattutto, a che prezzo?

 
Ogni droga fa male, ma durante l’età dello sviluppo i danni sono maggiori e possono provocare effetti negativi anche nel tempo, a volte irreversibili. Allo stesso modo, l’assunzione di bevande alcoliche al di sotto dei 18 anni, o il consumo sregolato a qualsiasi età possono essere causa anche di infarto o di ictus. Senza dimenticare che droghe o alcol causano il 35-40% degli incidenti stradali con morti o lesioni gravi. Conoscere le conseguenze nefaste delle droghe e dell’uso di alcol è fondamentale. Il cervello umano non si sviluppa completamente prima dei 23-25 anni: per questo gli effetti delle sostanze tra i giovani rischiano di diventare devastanti.

Il meccanismo delle dipendenze.

Ogni forma di dipendenza si fonda sul circuito di ricompensa e rinforzo, che sfocia in un meccanismo di tolleranza e astinenza. Ciò può generare disturbi comportamentali e di personalità, come altre patologie.

Secondo uno studio dell’ESPAD (Progetto europeo di Indagine sulla Scuola per l’alcol e le altre droghe), circa il 28% degli studenti italiani tra i 15 e i 19 anni afferma di aver fatto uso almeno una volta di una o più sostanze illegali o di alcol. Tra le motivazioni emergono: la necessità di alterare lo stato di coscienza o di sperimentare sensazioni diverse o più intense, il tentativo di staccarsi dalla quotidianità, la voglia di essere più disinibiti o socievoli, il bisogno di saldare un senso di appartenenza nel gruppo.

Le singole droghe e cosa possono provocare.

Le sostanze psicoattive sono varie e agiscono diversamente sul sistema nervoso:

hanno generalmente un’azione sedativa gli oppiacei (eroina, cocaina, oppio, codeina, metadone) e quelle sostanze che vengono definite sedative/deprimenti (alcol, benzodiazepine e barbiturici);

hanno un’azione stimolante sul sistema nervoso centrale sostanze come cocaina, anfetamine, metanfetamine, crack, MDMA;

un terzo gruppo è quello delle sostanze allucinogene (mescalina, LSD, ketamina, cannabinoidi sintetici) e psicodislessiche (marijuana e hashish).

Le sostanze più diffuse nell’Occidente e quindi in Italia sono la cannabis (che appartiene alla categoria delle psicodislessiche), la cocaina e l’MDMA. Poi l’alcol.

Cannabis. Le due principali tipologie di effetti sull’individuo provengono dai due principi chimici che caratterizzano marijuana e hashish. Il THC (tetraidrocannabinolo) ha generalmente effetti euforizzanti, provoca distorsioni spazio-temporali, alterazioni sensoriali. il CBD (cannabidiolo) ha, invece, effetti rilassanti, sedativi, ansiolitici. Studi recenti mettono in relazione l’uso di cannabis a disturbi gravi come psicosi cronica o, addirittura, l’insorgenza della schizofrenia.

MDMA. Nella scienza la sostanza si chiama 3,4-metilenediossimetanfetamina. Viene comunemente chiamata MDMA, come pure Ecstasy, e viene descritta come “Droga dell’amore”. Produce effetti stimolanti o eccitanti. Incide sul sistema inibitorio, indebolendolo. Il boom del consumo tra i giovani è stato registrato a partire dagli anni 80-90 nelle discoteche. L’uso provoca danni  al sistema cerebrale. Va ricordato che parte degli incidenti sulle strade, specie nei weekend, è dovuto anche a guidatori sotto l’effetto di sostanze come MDMA e similari.

Cocaina. L’assunzione comporta vari rischi. La sostanza è un vaso costrittore e gli adolescenti possono andare incontro a vasospasmo coronarico, ischemie cerebrali e danni alla mucosa nasale. Sono rilevanti i danni al cervello: frequenti i casi di alterazioni comportamentali, aggressività, non consapevolezza del pericolo, attacchi di panico, insonnia. A lungo termine possono manifestarsi gravi alterazioni paranoidee, allucinazioni visive o uditive. In situazioni di astinenza la depressione è una conseguenza comune.

Alcol. Si può considerare una droga a tutti gli effetti. L’assunzione, come già visto, è una causa frequente di incidenti stradali gravi. A peggiorare il quadro c’è una tendenza: la nascita di nuove abitudini tra i più giovani. Il “Binge drinking”, il bere quantità alte di alcolici in poco tempo fino a stordirsi, è una di queste e rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo rispetto all’uso “normale”.

Nutrire il futuro

La nuova edizione di Time4child dall’11 al 15 novembre 2021

Cosa nutre davvero il nostro benessere? In quale modo studio, lavoro, sport, viaggi e relazioni alimentano la nostra mente? Come il cibo trasforma l’ambiente e risponde ai suoi cambiamenti? E come è possibile nutrire la società a partire dai diritti?

Sono queste le domande alle quali risponderà “Feed The Future”, l’evento Time4child in programma dall’11 al 15 novembre 2021.

Pensato per essere un luogo di incontro tra ragazzi e ragazze per permettere il racconto e lo scambio di storie, esperienze e saperi che possono fare la differenza nelle loro scelte di vita, studio e lavoro, Time4child 2021 sarà un percorso di conoscenza del cibo e, attraverso la metafora del nutrimento, del presente.

È il nutrimento, infatti, il tema intorno al quale si svilupperà l’evento: perché per dare forza al futuro, nostro e soprattutto dei ragazzi, è fondamentale nutrire tutte quelle aree che sono centrali nel funzionamento della società.

Come? Mettendo a disposizione dei giovani gli strumenti necessari a leggere il futuro e orientarsi con informazioni corrette, sviluppando pensiero critico e senso di responsabilità.

Ecco allora che Time4child affronterà il nutrimento declinandolo in 4 macroaree tematiche:

SALUTE. Nutrire il nostro corpo è il primo passo per nutrire la salute di esso. L’alimentazione può infatti essere fattore chiave sia per lo sviluppo di alcune malattie che per la longevità, oltre che un potente mezzo per la prevenzione di tumori e patologie metaboliche e cardiovascolari.
MENTE. Nutrire la mente, con cultura e informazione, è una attività fondamentale per sviluppare apertura mentale e comportamentale, favorendo quindi il contatto tra culture, patrimonio delle civiltà. Ed è ciò che al giorno d’oggi segna la linea di confine tra povertà e ricchezza, salute e malattia, legalità e crimine, adolescenza e vita adulta.
SOSTENIBILITÀ. Il nutrimento del nostro pianeta in risposta ai cambiamenti climatici, all’aumento della popolazione, alla transizione verso nuove forme energetiche, alla riduzione di risorse essenziali come acqua e terre coltivabili, alla diffusione di tecniche innovative in agricoltura. Un binomio essenziale per il futuro delle nuove generazioni che intreccia scienza, morale, politica ed etica dei comportamenti.
DIRITTI. Nutrire la nostra società significa passare innanzitutto per l’area dei diritti, che devono essere conosciuti e compresi a fondo per poi essere diffusi ed essere sostenuti con azioni di concreto rispetto e tutela. A partire da una delle più gravi emergenze sociali del tempo, il femminicidio, sono tanti invece i diritti ancora violati. Time4Child parlerà di violenza e di rabbia, ma anche di comprensione e cura, protezione delle vittime e prevenzione nei possibili aggressori.
Se anche tu vuoi diventare un partner nel nostro viaggio e scoprire di più scrivi a info@time4child.com oppure chiama il numero verde 800178717.

Dall’11 al 15 novembre ne discutiamo insieme!

Non si è mai troppo giovani per difendere il mare

Intervista a Enrico Salierno, vicepresidente di Sea Shepherd Italia su come le nuove generazioni possono fare la differenza per il Pianeta e i suoi Mari.

Dopo l’uscita del documentario Seaspiracy, molte persone hanno iniziato ad interrogarsi (e interrogarci) sul futuro degli Oceani. Purtroppo, la situazione degli Oceani (ma anche del mar Mediterraneo), non è buona. Gli Oceani stanno male, anzi, molto male. Si stima che il mar Mediterraneo sia il mare più sovrasfruttato al mondo.

Cosa significa?

Vuol dire che al ritmo attuale, nell’arco di trent’anni, non avremo più pesce a disposizione.

Ma a disposizione di chi?

Riprendiamo le parole del capitano Alex Cornelissen, CEO di Sea Shepherd, che proprio in occasione dell’uscita di questo documentario ci ha invitato a riflettere sul rapporto tra noi ed il Mare. Le creature che abitano i Mari continuano ad essere considerate come oggetti a disposizione del genere umano. Le specie di pesci vengono chiamate “stock”, come se si trattasse di merci e non di essere senzienti. L’estrazione, ma potremmo dire il furto, di forme di vita dal Mare viene descritta come “raccolta”. Le quantità di pesce ed altre creature sono misurate in peso invece che in singoli organismi. Tutte le specie vengono chiamate semplicemente “pesce”. E, infine, ci hanno inculcato a lungo il mito che i pesci non sentano dolore.

È tutto perduto, quindi?

No, affatto. Tutti noi, e soprattutto i più giovani, possiamo fare qualcosa di concreto, proprio ora, per cambiare il futuro del Mare (e del Pianeta). Chi sta leggendo questo testo, forse senza rendersene conto, sta già facendo qualcosa per i Mari: si sta interessando a loro.

Ed è proprio da questo interessamento che può nascere la spinta a collaborare con Sea Shepherd Italia o con altre associazioni che si occupano di tutelare i Mari ed i loro abitanti.

Che età hanno i volontari di Sea Shepherd?

I volontari della nostra associazione sono di molte fasce di età diverse, ma i più giovani rappresentano una fetta importante. E non si è mai troppo giovani per aiutare il Pianeta ed i suoi Mari! Tutti possiamo fare la nostra parte: possiamo condividere le informazioni sulla protezione dell’ambiente, raccogliere un rifiuto in spiaggia (anche se non è il nostro) o provare a ridurre l’uso di plastica e di oggetti usa e getta.

Qual è il rapporto con le Istituzioni?

Dicono però che l’unione faccia la forza: le associazioni come Sea Shepherd riescono a fare la differenza, perché possono collaborare con le istituzioni o con altri gruppi. Il rapporto con le istituzioni, d’altronde, è molto importante, come dimostra la nostra esperienza con il Ministero dell’Ambiente, con la Guardia Costiera o le Capitanerie di Porto, non solo in Italia. Far rispettare la legalità è il primo e importantissimo passo per difendere concretamente i Mari e può diventare un modo per portare l’attenzione su temi che, magari e fino a quel momento, non erano stati considerati dalle leggi in vigore.

Qual è il messaggio di Sea Shepherd a studenti e studentesse di oggi?

Anche le grandi associazioni però sono fatte di singoli individui e tutti, ma proprio tutti, possono contribuire alla difesa dei Mari ed in moltissimi modi. È possibile donare un po’ del proprio tempo, svolgere attività di pulizia delle spiagge o dei fondali, effettuare donazioni, partecipare ad eventi, diffondere post e notizie (incluso questo articolo!), leggere, informarsi e provare ad essere una piccola parte di quel cambiamento che siamo convinti non solo sia necessario, ma sia davvero possibile.

Chiunque sia arrivato a leggere fin qui, ha già iniziato a fare la sua parte. Continuiamo?

Per scoprire di più sul mondo di Sea Shepherd, visita il sito www.seashepherd.it

 

Time4child: il focus 2021 sarà cibo e nutrimento

Dall’11 al 15 novembre 2021 l’evento si focalizzerà sul significato dell’alimentazione per corpo e mente, sostenibilità e ambiente

Il rapporto con il cibo, la cultura e la produzione di esso, sarà la chiave di lettura dell’evento 2021 di Time4child, l’appuntamento pensato per far incontrare studenti e studentesse con le storie, le esperienze, i saperi che possono fare la differenza nelle loro scelte di vita, studio e lavoro.  Far incontrare i giovani con ricercatori, volontari, medici ed esperti nei vari campi dell’attività umana significa, infatti, fornire loro gli strumenti per costruire il loro futuro.

Assieme ad aziende Sponsor ed Enti patrocinatori Time4child 2021 parlerà, perciò, di salute (il cibo come fonte di benessere); mente (gli alimenti che fanno bene alla nostra psiche), sostenibilità (come tutelare il pianeta attraverso l’alimentazione); e diritti (azioni per diminuire il fenomeno della fame nel mondo).

Gli appuntamenti si alterneranno tra offline, in presenza, e online toccando, tra gli altri, temi come:

  • Importanza del rapporto genitori-figli nell’approccio di questi ultimi con il cibo, soprattutto nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza
  • Tendenze più comuni e diffuse, come la passione per il junk food e la sua smaniosa condivisione sui social
  • Tematiche inedite, come il cibo creato con stampanti 3D, nuova frontiera dell’alimentazione e finestra sul futuro

Il cibo nelle sue varie sfumature per la salute della persona, l’economia e l’ambiente sarà, perciò, un tema importante per l’edizione 2021 di Time4child, ma non concluderà il novero delle occasioni di approfondimento.

Dal cibo, infatti, nascerà la metafora del nutrimento, nell’ottica della quale verranno immaginate declinazioni per ogni singola area di Time4child per arrivare, infine, al concetto di nutrimento per la nostra società, un posto dove non dovrebbero esserci differenze di genere, in nessun ambito, bensì armonia e parità (Diritti).

11 al 15 novembre 2021: segnatelo già in agenda.

Se anche tu vuoi diventare un partner nel nostro viaggio e scoprire di più scrivi a info@time4child.com oppure chiama il numero verde 800178717 e ne parleremo insieme!

Riconnettiamo i bambini al valore del cibo

Dopo la partecipazione a Time4child, la rete Chill-Food Italia annuncia la partenza dei campi-vacanza lanciando una call to action a genitori, insegnanti, imprenditori e policymaker

I bambini, oggi, crescono in una società nella quale sono sempre più deboli i legami che trasmettono il valore del cibo. L’Italia, come il resto del globo, ha vissuto grandi cambiamenti negli scorsi decenni culminati nell’attuale processo di digitalizzazione globale e questi cambiamenti si sono riflessi sui ritmi della vita quotidiana e in famiglia.

Questi cambiamenti epocali non devono essere percepiti come negativi in sé, poiché hanno certamente portato molti vantaggi; tuttavia, vediamo comportamenti – in ambito produttivo, distributivo e di consumo – che hanno ormai dato chiara prova della propria insostenibilità.

Troppo spesso oggi il cibo non viene più considerato per il suo intrinseco valore, è un oggetto qualunque al quale corrisponde un prezzo.

Questo è il quadro che è emerso dall’indagine Chill-Food Italia presentata a Time4Child e basata sul lavoro di 10 esperti italiani. L’indagine è stata ideata dalla Global Experts Foundation, che ha coordinato il gruppo di esperti nella strutturazione di un’analisi del ruolo chiave dei bambini nella costruzione di un mondo sostenibile, anche attraverso l’esperienza e la conoscenza del cibo.

Grazie alla risposta di pubblico e stakeholders, il progetto continua nel 2021. Già per quest’estate, infatti, Chill-Food Italia annuncia che è iniziato un nuovo percorso per implementare una delle soluzioni descritte nel report lavorando accanto a uno degli esperti del team, imprenditore agricolo e presidente della Rete di produttori biologici siciliani, InCampagna, Andrea Valenziani.

Quest’azione si chiama i campi-vacanze didattici!

I programmi dei campi-vacanza prevedranno la creazione di programmi didattici presso aziende agricole sostenibili per i bambini nei periodi di vacanza (estiva, primaverile o invernale), al fine di offrire un’esperienza didattica organizzata e olistica rivolta all’apprendimento sul cibo in tutti i suoi aspetti, a contatto con la natura e con la partecipazione di tutti gli attori della produzione alimentare.

Ecco, quindi l’origine della Call to Action lanciata dall’iniziativa Chill-Food Italia

Puntiamo a fare il primo pilota di questo programma quest’estate. Però questo non è un lavoro che possiamo fare da solo. Se sei un genitore, un insegnante, un agricoltore, un cittadino, un imprenditore o un policy-maker, Chill-Food è pensato per te, per le future generazioni e per impegnarci insieme nella creazione di un cambiamento! Per garantire che questa iniziativa sia più adatta a famiglie, bambini e scuole, siamo aperti alla vostra contribuzione. Per questo, fra poco, lanciamo un questionario insieme a Time4child in cui invitiamo tutti voi a rispondere e dando le vostre idee e prospettive su questi argomenti per poi elaborarle nel nostro programma. Vi terremo aggiornati! A presto!

Global Experts Foundation (GEF) è una fondazione indipendente senza scopo di lucro che da oltre dieci anni si occupa di sviluppo e facilitazione di progetti con esperti che lavorano su importanti temi sociali nei settori dell’alimentazione, della salute e del benessere.

Clicca qui per saperne di più

Time4child lancia “Feed the future”

Dal 11 al 15 Novembre il nuovo evento 2021 parlerà di nutrimento a 360 gradi sia digitalmente che con spin-off fisici.

Time4child non si ferma mai, e non vediamo l’ora di tornare a discutere con professori, istituzioni, scuole e cittadini dei temi più cari a tutti noi per il futuro dei ragazzi. È con grande entusiasmo, perciò, che annunciamo il nuovo evento per il 2021: dall’11 al 15 novembre si terrà Feed the Future, sarà sia in forma virtuale che con spin-off fisici in diverse città italiane.  

A guidare il percorso di scoperta per giovani e famiglie sarà il concetto di nutrimento che spazia dalla mente al corpo, dalla società all’ambiente. Informazione, buone pratiche, esperienze reali attraverseranno l’evento 2021 per raggiungere studenti e studentesse con le informazioni che possono avere un impatto nelle scelte di studio, lavoro, vita e salute.  

Nutrimento futuro si muovono di pari passo, attraversando i pillars che costituiscono la mission di Time4child. Quattro li avete già conosciuti: mente, cibo, salute e sostenibilità. Quest’anno si aggiungerà una quinta area tematica: quella dei diritti. Non è possibile, infatti, immaginare il futuro senza pensare alle lotte fatte e ancora da fare per costruire una società ed un pianeta governato dai valori della parità, dell’uguaglianza, del rispetto e della tolleranza. 

Ecco i valori dai quali partirà la ricerca di Feed the Future spaziando trasversalmente tra discipline, orizzonti e ambiti di approfondimento diversi.   

Qualche esempio? Si parlerà di quali cibi “nutrirsi” per abbattere il rischio di tumori e malattie croniche, quindi, e di come produrli in maniera sostenibile, ma anche di cosa può essere considerato “nutrimento” per la persona e la società oltre la semplice ‘pietanza’. Cultura, società, scuola, mondo del lavoro: la nostra riflessione si muove in maniera trasversale ed attuale. Ecco perché quest’anno verrà presentata la nuova area tematica dei diritti: a nutrire il futuro da costruire assieme alle nuove generazioni saranno, infatti, i diritti, la parità, la fine della violenza di genere, la lotta per i diritti universali, i valori della tolleranza, dell’inclusione e della valorizzazione delle differenze.  

Questi saranno gli ingredienti del futuro al quale Time4child vuole contribuire mettendo in contatto giovani e famiglie con i portatori di esperienza e di visione: medici, attivisti, testimoni, grandi aziende ed istituzioni. 

Ecco il perché di “Feed the future”: mettendo in comune le storie e i saperi è possibile fare la differenza, aiutando le nuove generazioni a costruire il loro percorso. 

Curiosi? Continuate a seguirci tramite i nostri canali social, la newsletter e il nostro sito per scoprire quali grandi sorprese vi aspettano a novembre!  

Fai la differenza! Destina il 5×1000 a Time4child

È gratis per te. Ma è un dono per famiglie e ragazzi che si stanno facendo strada nella vita.

Il 5×1000, perciò, non si dona. Si destina.  A te non costa nulla in più. Ma può fare la differenza nella società.

Perché indicare Time4child per il tuo 5×1000?

Per dare strumenti alle nuove generazioni con i quali capire, studiare, proteggersi.

  • Per disinnescare la minaccia del bullismo, far parlare le vittime, sanare le radici della violenza
  • Per allentare la tremenda morsa della violenza di genere, educare ad un atteggiamento e una percezione di totale parità e armonia tra tutti i generi
  • Per costruire un internet più sicuro per le nuove generazioni
  • Per prevenire le dipendenze da alcool, stupefacenti e gioco d’azzardo patologico
  • Per mettere in contatto i giovani con i percorsi di ricerca, lavoro, studio e gli stili di vita migliori per loro

Non è facile scegliere la propria strada in una società complessa. Time4child nasce per aiutare giovani e famiglie a trovarla.

Aiutaci anche tu a trasformare la complessità in un’occasione

Dermocosmesi dei più piccoli – a cura di Francesca Bubba

Per prenderci cura della pelle dei neonati 7 semplici regole.

Da quando sono mamma il mio concetto di tenerezza ha preso il volto di mio figlio al 100%. La tenerezza del suo animo, della sua vocina e delle sue espressioni è al centro delle mie giornate primaverili, insieme al sole. Oggi voglio porre il focus su un particolare tipo di tenerezza che caratterizza il mio bambino e tutti i neonati del mondo: quella della loro pelle! Ogni genitore vorrebbe preservarla il più possibile, e la paura di danneggiarla, di non proteggerla a sufficienza, di non trattarla nel modo giusto o di scegliere i prodotti sbagliati è sempre più presente. Ebbene, esistono alcune tips (poche e facilmente memorizzabili) per fare in modo che la pelle dei nostri bambini venga trattata al meglio.

Partiamo dal principio: perché la pelle dei neonati è diversa da quella di mamma e papà?

La prima differenza sta nella composizione, la pelle dei neonati è spessa il 30% in meno rispetto a quella degli adulti. Inoltre, il film idrolipidico protettivo che la riveste è meno resistente di quello di mamma e papà ecco perché è più facile per loro incorrere in irritazioni e arrossamenti. La responsabilità della facile proliferazione microbica e delle infezioni è da attribuire, invece, alla scarsissima acidità cutanea.

Per tutte queste ragioni risulta di fondamentale importanza imparare qualcosa sugli INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) dei prodotti per la pelle dei bambini.

•             Componenti da evitare: PETROLATI, SILICONI, PEG,DEA, MEA, TEA, Ftalati e formaldeide. La pelle dei neonati ha una permeabilità accentuata, dunque assorbe gran parte dei prodotti che vi si applicano, ecco perché è assolutamente importante non entrare in contatto con componenti dannosi come i sopracitati.

•             Componenti da favorire: amido di riso, avena, camomilla, calendula, althea. Le loro proprietà addolcenti, lenitive, idratanti e protettive si prenderanno cura della salute e della morbidezza della pelle dei nostri bimbi.

•             Il suggerimento è di utilizzare i prodotti specifici disponibili nelle farmacie, poiché sono sottoposti a un maggior numero di test.

•             Evitare salviette umidificate: meglio l’acqua del rubinetto o detergenti senza risciacquo

•             Attenzione all’uso eccessivo di creme emollienti, soprattutto quelle all’ossido di zinco. Strati troppo spessi sulla pelle sana facilitano la macerazione della pelle e le irritazioni.

•             Per gli amanti del talco, è altamente consigliato quello liquido (la classica nomenclatura talco non talco) per non incorrere in polverine aeree che si teme possano essere nocive.

•             Preferire sempre prodotti senza profumo o con profumazioni naturali e poco accentuate, per non creare interferenze con l’olfatto del bambino, senso di vitale importanza per il legame mamma-figlio.

•            (Per questo motivo è consigliabile che anche la mamma, nei primi mesi di vita dei piccoli, utilizzi prodotti con scarsa concentrazione di profumo).

Ricordiamo, prenderci cura della pelle dei nostri bambini è il primo modo di cui disponiamo per prenderci cura di loro!

Alla prossima!

Francesca Bubba

Da dove originano i DCA e quali sono le cause scatenanti

A cura di Junia Finelli, Laureanda in Psicologia

Di cosa parliamo quando nominiamo i disturbi del comportamento alimentare? Si tratta di una macrofamiglia costituita da un insieme di malattie la cui principale caratteristica è quella di esprimere il disagio psichico aggredendo il proprio corpo. Questi sono caratterizzati da un’alterazione persistente della condotta alimentare e da comportamenti finalizzati a controllare il peso e le forme corporee. A queste modificazioni si associa anche una visione distorta della propria immagine corporea, una frequente negazione del disturbo e una marcata resistenza alle cure.

L’anoressia e la bulimia costituiscono gli esempi più classici e noti di disturbi alimentari e per lungo tempo sono stati ritenuti tipici e quasi esclusivi del genere femminile. Secondo indagini svolte nel 2008 (Zerbe) infatti, il 90% di casi di anoressia nervosa riguarda soggetti di sesso femminile. 

Tuttavia, anche gli uomini possono rappresentare nel corso della loro vita la sintomatologia del disturbo alimentare fino a sviluppare il disturbo stesso. Gli uomini raramente lamentano l’aumento di peso o di taglia dei propri vestiti, piuttosto esprimono preoccupazione per la struttura e la forma del proprio corpo, un desiderio di perdere la “flaccidità” e di raggiungere una più classica definizione maschile di massa muscolare.

In particolare, l’anoressia nervosa si caratterizza per il rifiuto del paziente del cibo, accompagnato da una ossessiva paura di ingrassare, un rifiuto di ammettere la gravità delle proprie condizioni fisiologiche, una costante insoddisfazione del proprio aspetto – spesso a loro volta sintomi di disturbi profondi come ansia, depressione, compensazione di eventi traumatici . Chi ne soffre è visivamente sottopeso, a differenza di chi soffre di bulimia nervosa che invece appare in normopeso, o comunque senza variazioni evidenti come nell’anoressia, o in leggero sovrappeso. La bulimia infatti è caratterizzata da una voracità patologica ed eccessiva, a cui seguono comportamenti compensatori inappropriati, dal digiuno all’intensa attività fisica, o addirittura arrivare a condotte di eliminazione, tramite vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.

Spesso il disturbo alimentare insorge in età prepubere come copertura dei conflitti associati allo sviluppo adolescenziale, quali ad esempio problematiche legate all’autostima, all’identità sessuale e all’indipendenza. Durante l’adolescenza la presenza di numerose conflittualità incentrate attorno al corpo, il sintomo anoressico diventa il possibile sfogo delle più diverse psicopatologie. Le ragazze adolescenti sono infatti spesso preoccupate per la modifica del loro aspetto fisico, dovuto all’aumento della quantità di adipe causata dal nuovo assetto ormonale. Ma il cambiamento ha un valore anche biologico, in termini evolutivi, e sociale, oltre che riproduttivo. Al contrario i maschi sono maggiormente preoccupati dalla mancanza di un’adeguata massa muscolare, che a sua volta si collega ad un significato in termini di potenza, mascolinità e dominanza.

Tra i fattori scatenanti l’anoressia nervosa potrebbe esserci la rapidità con cui si entra nel periodo adolescenziale, sul quale si vanno ad aggiungere anche modelli estetico-culturali confusivi. Le problematiche di autostima, di insoddisfazione per il corpo e di adattamento, possono essere esacerbate non solo dalla pubertà in sé ma dal momento in cui viene raggiunta.

Non è da trascurare che nell’anoressia è frequente il riscontro di problematiche legate anche alla sfera sessuale. È consueto infatti che i medici indaghino le questioni relative alla sessualità e all’identità di genere nei pazienti con disturbi alimentari, per sviluppare misure di prevenzione più efficaci e migliori strategie per l’intervento terapeutico.

L’importanza del dormire bene durante la pandemia da Covid-19

Il lockdown, il numero dei contagi, la nuova normalità: fattori di stress con cui conviviamo quotidianamente. Ma quali le conseguenze sulla qualità del sonno?

I disturbi del sonno sono molto frequenti e le cause sono le più varie: stress, situazioni difficili, predisposizioni genetiche. Fattori che da soli o combinati possono portare ad una mancanza di sonno che, se perdura da più di tre mesi, viene considerata cronica.

Secondo le più recenti rivalutazioni compiute grazie a studi condotti in tutto il mondo, i disturbi del sonno vengono catalogati secondo cento categorie, che includono sintomi e patologie dalle più lievi alle più gravi.

In Italia, ma in egual misura nel mondo, l’insonnia cronica ad esempio colpisce il 10-15% della popolazione, mentre le apnee notturne il 3-5%.

Molto spesso, quando non è accertata la presenza di una patologia, sono i comportamenti e le credenze sbagliate a peggiorare la situazione di disagio notturno. Ad esempio: cercando di compensare le ore di riposo nel pomeriggio con il famoso “pisolino”, non si fa altro che consolidare l’insonnia notturna.

La privazione del sonno procura sonnolenza diurna e tra la conseguenze più frequenti ad essa c’è l’errore prestazionale, decisionale ed esecutivo” spiega il Prof. Luigi De Gennaro, professore ordinario presso La Sapienza Università di Roma ed esperto di medicina del sonno. L’assenza di sonno nel lungo periodo infatti arriva a modificare il pensiero e il comportamento umano: questo si traduce in prestazioni più basse sia in ambito personale che lavorativo, ma anche in una alterazione della capacità di prendere decisioni, che a loro volta influenzano inevitabilmente la vita quotidiana.

A distanza di un anno dall’inizio del lockdown per il Covid-19, è stato accertato che i disturbi del sonno sono aumentati e peggiorati. I traumi derivanti da ansia, depressione e paura si riversano sul sonno impattandone la qualità in maniera specifica e selettiva.

Ad esempio, gli incubi sono spesso una vera e propria espressione del trauma subito e non ancora metabolizzato legato alla pandemia. “La loro presenza è aumentata drammaticamente ed è diretta conseguenza della situazione drammatica in cui stiamo vivendo da mesi” ha infatti aggiunto il Prof.De Gennaro.

Sull’intero territorio nazionale sono presenti diversi centri accreditati per la cura dei disturbi del sonno. Attraverso questi è possibile ricevere trattamenti specialistici e mirati grazie a specialisti in diversi disturbi del sonno che prestano servizio in base alle diverse tipologie di problematiche.