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Non si è mai troppo giovani per difendere il mare

Intervista a Enrico Salierno, vicepresidente di Sea Shepherd Italia su come le nuove generazioni possono fare la differenza per il Pianeta e i suoi Mari.

Dopo l’uscita del documentario Seaspiracy, molte persone hanno iniziato ad interrogarsi (e interrogarci) sul futuro degli Oceani. Purtroppo, la situazione degli Oceani (ma anche del mar Mediterraneo), non è buona. Gli Oceani stanno male, anzi, molto male. Si stima che il mar Mediterraneo sia il mare più sovrasfruttato al mondo.

Cosa significa?

Vuol dire che al ritmo attuale, nell’arco di trent’anni, non avremo più pesce a disposizione.

Ma a disposizione di chi?

Riprendiamo le parole del capitano Alex Cornelissen, CEO di Sea Shepherd, che proprio in occasione dell’uscita di questo documentario ci ha invitato a riflettere sul rapporto tra noi ed il Mare. Le creature che abitano i Mari continuano ad essere considerate come oggetti a disposizione del genere umano. Le specie di pesci vengono chiamate “stock”, come se si trattasse di merci e non di essere senzienti. L’estrazione, ma potremmo dire il furto, di forme di vita dal Mare viene descritta come “raccolta”. Le quantità di pesce ed altre creature sono misurate in peso invece che in singoli organismi. Tutte le specie vengono chiamate semplicemente “pesce”. E, infine, ci hanno inculcato a lungo il mito che i pesci non sentano dolore.

È tutto perduto, quindi?

No, affatto. Tutti noi, e soprattutto i più giovani, possiamo fare qualcosa di concreto, proprio ora, per cambiare il futuro del Mare (e del Pianeta). Chi sta leggendo questo testo, forse senza rendersene conto, sta già facendo qualcosa per i Mari: si sta interessando a loro.

Ed è proprio da questo interessamento che può nascere la spinta a collaborare con Sea Shepherd Italia o con altre associazioni che si occupano di tutelare i Mari ed i loro abitanti.

Che età hanno i volontari di Sea Shepherd?

I volontari della nostra associazione sono di molte fasce di età diverse, ma i più giovani rappresentano una fetta importante. E non si è mai troppo giovani per aiutare il Pianeta ed i suoi Mari! Tutti possiamo fare la nostra parte: possiamo condividere le informazioni sulla protezione dell’ambiente, raccogliere un rifiuto in spiaggia (anche se non è il nostro) o provare a ridurre l’uso di plastica e di oggetti usa e getta.

Qual è il rapporto con le Istituzioni?

Dicono però che l’unione faccia la forza: le associazioni come Sea Shepherd riescono a fare la differenza, perché possono collaborare con le istituzioni o con altri gruppi. Il rapporto con le istituzioni, d’altronde, è molto importante, come dimostra la nostra esperienza con il Ministero dell’Ambiente, con la Guardia Costiera o le Capitanerie di Porto, non solo in Italia. Far rispettare la legalità è il primo e importantissimo passo per difendere concretamente i Mari e può diventare un modo per portare l’attenzione su temi che, magari e fino a quel momento, non erano stati considerati dalle leggi in vigore.

Qual è il messaggio di Sea Shepherd a studenti e studentesse di oggi?

Anche le grandi associazioni però sono fatte di singoli individui e tutti, ma proprio tutti, possono contribuire alla difesa dei Mari ed in moltissimi modi. È possibile donare un po’ del proprio tempo, svolgere attività di pulizia delle spiagge o dei fondali, effettuare donazioni, partecipare ad eventi, diffondere post e notizie (incluso questo articolo!), leggere, informarsi e provare ad essere una piccola parte di quel cambiamento che siamo convinti non solo sia necessario, ma sia davvero possibile.

Chiunque sia arrivato a leggere fin qui, ha già iniziato a fare la sua parte. Continuiamo?

Per scoprire di più sul mondo di Sea Shepherd, visita il sito www.seashepherd.it